Bergamo, Museo Bernareggi: "Ritratto di nobildonna"(XVIII secolo), di pittore bergamasco, olio su tela. Dalla metà del Settecento, sul territorio di Bergamo, si ha notizia dell'introduzione del Sacro Triduo dei Morti. Questa celebrazione solenne della durata di tre giorni cadeva generalmente nei mesi invernali, quando la sosta dal lavoro dei campi poteva consentire la nutrita partecipazione dei fedeli. In quest'occasione la predicazione verteva di solito intorno al tema dei Novissimi, ovvero i quattro ultimi eventi cui l'uomo va incontro al termine dell'esistenza: morte, giudizio, inferno o paradiso. Sull'altare, al centro di un apparato in alcuni casi di grande ricchezza e forza scenografica, l'esposizione dell'ostia consacrata consentiva l'adorazione del Santissimo Sacramento. Nella chiesa addobbata di drappi neri, veniva collocata una serie di tele raffiguranti scheletri diversamente abbigliati, così da offrire una sorta di campionario di personaggi maschili e femminili d'ogni rango ed età a ricordare ai fedeli l'eguaglianza dinanzi alla morte, la vanità dei beni mondani e la transitorietà della vita terrena.